giovedì 7 marzo 2013

Amadeo Bordiga
 
 

Amadeo Bordiga nasce a Resina (Napoli) il 13 giugno del 1889. Già nel 1907 inizia a frequentare l'ambiente socialista napoletano. Nel 1910 si iscrive al Partito Socialista Italiano. Due anni dopo fonda a Napoli il Circolo Carlo Marx, nell'intento di combattere le tendenze riformistiche del partito. In questi anni conduce una battaglia intensa contro il militarismo e la guerra di Libia per il giornale L'Avanguardia, di cui nel frattempo è diventato direttore. Al Congresso di Reggio Emilia del Partito Socialista, è alla guida della corrente dei giovani rivoluzionari, che si configura come Frazione Intransigente Rivoluzionaria. Nel 1914 conduce una dura opposizione alla guerra dalle colonne de Il Socialista, rifiutando la parola d'ordine "né aderire né sabotare" adottata dal PSI e scontrandosi subito con l'apparato di partito. Gli interventisti escono dall'organizzazione. Nel 1916 è chiamato alle armi ma riesce a evitare il fronte. La sua attività è fortemente limitata dal controllo della polizia. Nel giugno del 1918 sposa Ortensia De Meo, militante socialista già presente alla fondazione del Circolo Carlo Marx e dalla quale avrà due figli. Nel dicembre fonda Il Soviet, periodico che diventerà presto il centro vitale della polemica con i riformisti e poi l'organo della battaglia per il nuovo partito già esistente di fatto in una corrente che, intorno al giornale, è qualcosa di più di una frazione tra le altre. Nello stesso anno, al XV Congresso del PSI, sostiene la necessità di appoggiare le tesi di Lenin sulla rivoluzione internazionale e si fa promotore della Frazione Comunista Astensionista. Nel 1920 partecipa al II Congresso dell'Internazionale Comunista. Contribuisce alla definizione dei "21 punti di adesione" presentati poi da Lenin e interviene sulla necessità di non impegnare le forze del partito nelle contese elettorali e parlamentari, ormai non solo inutili ma anche dannose, in Occidente, ai fini rivoluzionari. Verso la metà di ottobre presenta il Manifesto della Frazione Comunista, al Convegno di Milano della Frazione, detta in seguito anche dei "comunisti puri". Alla discussione sulla eventuale separazione dal PSI partecipano anche Gramsci e Terracini in rappresentanza dei socialisti torinesi. Inizia la sua collaborazione redazionale a Il Comunista che esce dal novembre. Molti articoli sono chiaramente preparatori di una scissione dal PSI. Il 29 novembre presenta la mozione della Frazione Comunista al Convegno Nazionale di Imola invocando "un taglio netto" con la socialdemocrazia. Nel 1921, al Congresso Nazionale del PSI a Livorno, nel gennaio, denuncia con un intervento definitivo l'impossibilità di convivenza tra le forze rivoluzionarie, il riformismo e il massimalismo. La delegazione comunista si separa e, in un altro locale, fonda il Partito Comunista d'Italia, sezione dell'Internazionale. Si trasferisce a Milano nel febbraio come "membro direttivo" del nuovo partito che decide di costituire in quella città la sua direzione. Intensifica la sua attività nei diversi settori di intervento del nuovo partito. In questo periodo compie frequenti viaggi presso le nuove sezioni del partito, scrive regolarmente su quattro periodici: Il Soviet, Il Comunista di cui è diventato direttore, L'Ordine Nuovo che diventa organo del partito e Rassegna Comunista che ne è la rivista teorica. Sotto la sua direzione, il nuovo partito organizza subito sia la rete sindacale che quella illegale militare, mentre per disciplina all'Internazionale deve mettere da parte l'astensionismo e partecipare alle elezioni. Sul piano dei princìpi e della tattica incomincia a scrivere articoli di orientamento teorico e pratico da cui risulta evidente che già all'inizio del 1921 individuava l'esistenza di problemi non indifferenti con l'Internazionale. Negli articoli che scrive nel corso del 1921 si chiariscono tutte le divergenze, non ancora esplicite (cioè non ancora oggetto di polemica diretta), tra la direzione del PCd'I e l'Internazionale: il problema della rivoluzione in Occidente; la tattica dell'azione con le altre forze politiche (Fronte unico); la valutazione sul fascismo; la natura dell'Internazionale (cioè Partito Comunista mondiale o federazione dei partiti comunisti nazionali). Nel dicembre partecipa come inviato dell'Internazionale al Congresso di Marsiglia del Partito Comunista Francese. Nel 1922, dopo neppure due settimane dalla fascista Marcia su Roma, si apre il IV Congresso dell'IC (dal 5 novembre al 5 dicembre) in cui Bordiga tiene la relazione sulla situazione italiana. In primavera viene arrestato dalla polizia e incriminato per "complotto contro lo Stato". Nel giugno i dirigenti arrestati vengono sostituiti alla direzione del partito. La responsabilità organizzativa e politica passa a Togliatti e Terracini. Dopo il processo e la scarcerazione, viene invitato dall'Internazionale a riprendere il suo posto nel Comitato Esecutivo del partito, ma rifiuta (22 dicembre) spiegando che vi è incompatibilità fra le sue posizioni e quelle dell'IC: un impegno direttivo lo costringerebbe per disciplina a sostenere posizioni che non ha e ciò comporterebbe un falso di fronte all'organizzazione. Nel gennaio del 1924 fa uscire a Napoli la rivista mensile Prometeo. L'intento è di dare una voce alla Sinistra del partito. Nel mese di maggio si svolge la Conferenza di Como in cui il partito si dichiara a stragrande maggioranza per le tesi della Sinistra. Bordiga rifiuta di presentarsi candidato alle elezioni. Partecipa al V Congresso dell'IC e ripresenta le tesi sulla tattica mettendo in guardia contro il revisionismo di destra che minaccia il partito russo. Le tesi vengono di nuovo respinte. Nel successivo Congresso clandestino di Napoli si scontra con i nuovi dirigenti allineati alle posizioni dell'IC. Nel 1926, dal 21 al 26 gennaio partecipa al III Congresso del PCd'I a Lione (clandestino). Il mese successivo si aprono i lavori del VI Esecutivo allargato dell'Internazionale a Mosca. In entrambe le occasioni Bordiga tenta l'ultima appassionata difesa delle tesi marxiste. Il 22 novembre viene condannato senza processo a tre anni di confino e immediatamente arrestato mentre i fascisti gli devastano la casa. Viene condotto prima a Ustica poi a Ponza, isolotti di 7-8 kmq, dove rimarrà fino al 1929. Durante la prigionia organizza una scuola per detenuti e con Gramsci tiene regolarmente lezioni su materie scientifiche. Nel 1930 viene espulso dal partito con l'accusa di attività frazionistica "trotzkista". Al rientro dal confino si dedica alla professione di ingegnere senza più occuparsi di questioni politiche. Del resto ne sarebbe completamente impossibilitato perché la polizia lo controlla 24 ore su 24 con ben sei funzionari che si danno il cambio. Negli archivi di polizia rimane traccia di questo controllo che dura fino al 1943, quando a Napoli la guerra ha fine in seguito agli sbarchi anglo-americani. Nel dopoguerra fonda il partito comunista internazionalista e continua l'attività politica soprattutto attraverso articoli che vengono pubblicati sulla nuova rivista Prometeo sotto gli pseudonimi di Alfa e A. Orso. Nel 1968 si ritira, malato, nella casa di Formia. L'anno dopo viene colpito da un ictus cerebrale da cui si ristabilisce a fatica e solo parzialmente. Muore il 23 luglio del 1970.

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